martedì 8 maggio 2012

E adesso lamentatevi

In Grecia i neonazisti hanno raggiunto l'8%, con tanto di nuovo logo a forma di svastica rivisitata.
In Francia la destra sciovinista e' stato l'unico partito a crescere realmente.
In Italia abbiamo il Movimento 5 Stelle che ha stupito tutti (beh, tutti non proprio, diciamo tutti quelli che guardano TG1, TG2, TG3, Canale 5, Rete 4, ItaGlia 1-2, ecc...) piazzandosi a ridosso (spesso davanti) ai partit(ucol)i dell'asse ABC.
In Italia abbiamo al posto dei naziskin, ingenieri e ricercatori, al posto delle spranghe, orti urbani e piste ciclabili, al posto delle squadracce e dell'olio di ricino, energie rinnovabili e democrazia.
Potevamo commentare un grande successo di Forza Nuova, e invece ci sono cittadini pacifici, motivati, intelligenti, democratici che GRATUITAMENTE si muovono per il bene del Paese.
E adesso lamentatevi.

venerdì 4 maggio 2012

C'e' un'industria che non soffre la crisi: quella bellica.

Fonte: www.tzetze.it - www.unimondo.org - Italia-Aumenta-l-export-di-armi-diminuisce-la-trasparenza

Finalmente è stato reso pubblico il Rapporto 2012 sul commercio delle armi che ogni anno il governo italiano è chiamato per legge a redigere. “Un rapporto reso noto con un forte ritardo che si caratterizza per un’ingiustificata mancanza di documentazione rispetto a quella fornita dagli ultimi Governi sulle tipologie di armamenti esportati e per diverse informazioni contraddittorie e inconsistenti” – commenta Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo. “Solo una parte minore delle autorizzazioni all’esportazione per l’anno 2011 è attribuibile al Governo Monti, ma la responsabilità delle mancanze e degli errori nei documenti presentati deve invece essere attribuita all’attuale Presidenza del Consiglio. Dal ‘governo tecnico’ ci aspettavamo maggior trasparenza e informazioni complete e precise in un rapporto di fondamentale importanza per le implicazioni sulla politica estera e di difesa del nostro paese”.
Il Rapporto segnala che nel 2011 “si è avuto un incremento, pari a 5,28%, del valore delle autorizzazioni alle esportazioni, al netto delle autorizzazioni per i programmi intergovernativi, e si è riscontrato un significativo aumento delle autorizzazioni per i programmi intergovernativi di cooperazione rispetto all’anno precedente che di fatto ha riportato i valori ai livelli del 2009”. Ma le operazioni più consistenti riguardano principalmente le aree al di fuori delle tradizionali alleanze del nostro paese: solo il 36% delle autorizzazioni all’esportazione è verso i Paesi della Nato/Ue ed europei Osce (per un valore di 1,1 miliardi di euro), mentre oltre il 64% (per un valore di 1,959 miliardi di euro) è diretto verso paesi non inseriti in queste alleanze.
Un preoccupante incremento di autorizzazioni all’esportazione di armamenti verso le zone di maggior tensione del pianeta – dal Nord Africa al Medio Oriente fino al sub-continente indiano. “L’esportazione di armi italiane verso zone cariche di conflitti e di tensioni è inaccettabile, alimenta le guerre, accresce l’instabilità e minaccia la nostra stessa sicurezza. Governo e Parlamento devono intervenire per fermare questa vera e propria follia invertendo la tendenza degli ultimi anni” - sottolinea Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, che aggiunge: “Com’è possibile che il Parlamento non abbia ancora trovato il tempo per esaminare le Relazioni governative sulle esportazioni militari? Parliamo di armi che - come abbiamo visto nel caso della Libia e adesso in Siria (due paesi verso cui l’Italia ha esportato sistemi militari più di ogni altro paese europeo) - vengono poi impiegate dai vari regimi per reprimere le popolazioni! A questa intollerabile “disattenzione“, conclude Lotti, si deve porre rimedio scongiurando innanzitutto che il decreto governativo in discussione proprio in questi giorni alla Camera e al Senato finisca per semplificare ulteriormente i trasferimenti internazionali di materiali militari”.
Tendenze confermate anche da un’analisi di Giorgio Beretta, esperto di Rete disarmo, secondo cui “mentre nel triennio 2006-8 (cioè in gran parte durante il Governo Prodi II) oltre il 62% delle autorizzazioni all’esportazione di materiali militari italiani era stata diretta ai paesi alleati della Nato e dell’Unione europea, nell’ultimo triennio (cioè durante il Governo Berlusconi IV) il rapporto si è invertito e, con il 61% del totale, sono stati i paesi al fuori delle alleanze Nato/Ue i principali destinatari di armamenti italiani”.
“Il rapporto della Presidenza del Consiglio presenta inoltre una serie di imprecisioni che è difficile attribuire a meri errori tecnici”. “L’elenco dei Paesi principali destinatari delle autorizzazioni alle esportazioni definitive di prodotti per la difesa riporta (p. 27) nell’ordine, l’Algeria (477,5 mln di €), seguita da Singapore (395,28 mln. di €) e Turchia (170,8 mln. di €) mentre la Tabella n. 4 allegata a fine rapporto – tra l’altro incompleta – che visualizza graficamente le medesime autorizzazioni segnala al terzo posto l’India (259,41 mln di €): un paese dove – proprio durante la prigionia dei due marò italiani – il governo Monti ha autorizzato la partecipazione delle aziende di Finmeccanica al salone di prodotti militari Defexpo (New Delhi 29 marzo – 1 aprile).
Le lacune si susseguono quando per esempio si dimentica di annoverare la Turchia come paese membro della NATO oppure quando mancano del tutto la Tabella generale dei valori delle operazioni autorizzate agli Istituti di credito e la documentazione sull’esportazione delle armi da sparo (quelle per uso civile, sportivo, personale o per le forze di polizia e di sicurezza).
“Sono documenti della massima importanza che hanno caratterizzato la Relazione italiana sulle esportazioni militari come una delle migliori in Europa per il livello di trasparenza” – commenta Chiara Bonaiuti, direttrice dell’Osservatorio sul Commercio delle armi (Os.C.Ar.). In un momento in cui la magistratura indaga su diverse operazioni di compravendita di materiali militari e appaiono notizie di fondi illeciti e tangenti che coinvolgono i vertici delle maggiori aziende italiane, Bonaiuti sottolinea che “trasparenza, tracciabilità e collegialità nei controlli sono strumenti essenziali per prevenire casi di triangolazioni e di corruzione”. Rete Disarmo chiede perciò che il Governo ripristini tutte le informazioni sulle transazioni bancarie che ai sensi della legge 185/1990 devono essere rese pubbliche.
Stesso discorso per le armi da sparo. “Una grave mancanza che negli anni scorsi ha favorito l’esportazione di armi italiane finite in Iraq o consegnate alla Pubblica sicurezza del colonnello Gheddafi” – sottolinea Carlo Tombola di OPAL, l’Osservatorio sulle armi leggere di Brescia. “E lo scorso anno, anche nel periodo delle rivolte della cosiddetta ‘Primavera araba’, dalla Provincia di Brescia sono state esportate “armi e munizioni” per un valore complessivo di 6,8 milioni di euro ai paesi del Nord Africa, e oltre 11 milioni di euro ai paesi del Medio Oriente. Il Governo dovrebbe inoltre spiegare chi sia il destinatario di oltre 1 milione di euro di armi esportate da qualche azienda bresciana in Bielorussia tra aprile e giugno 2011, cioè pochi giorni prima che l’Unione Europea decretasse un embargo di armi verso il paese ex-sovietico a causa delle violazioni dei diritti umani e della repressione messa in atto dal regime del presidente Lukashenko” - conclude Tombola.
Per questo la Rete italiana per il disarmo e la Tavola della Pace chiedono al Governo Monti un “incontro urgente” sulle politiche delle esportazioni militari del nostro paese in ottemperanza all’impegno – ribadito nel Rapporto – di “continuare il dialogo con i rappresentanti delle Organizzazioni Non Governative (ONG) interessate al controllo delle esportazioni e dei trasferimenti dei materiali d’armamento con la finalità di favorire una più puntuale e trasparente informazione nei temi d’interesse”.
“Riteniamo necessario – concludono Vignarca e Lotti - che il Governo, se davvero intende mantenere l’impegno espresso di favorire una più puntuale e trasparente informazione su questi temi, non deleghi questo compito agli uffici tecnici, ma si assuma la responsabilità politica di un confronto con le associazioni della società civile che rappresentiamo e che fin dagli anni Novanta sono state in primissima fila nel controllare e documentare le esportazioni di armamenti italiani”. [PGC]

venerdì 9 marzo 2012

Carceri private & regalino alle banche

Forse e' sfuggito a qualcuno.
Nell'ultimo decreto sulle liberalizzazioni all'articolo 44 comma 1 si prevede la possibilita', da parte di soggetti privati, di realizzare e gestire strutture carcerarie.
Al comma 3 si dice:
"Il concessionario nella propria offerta DEVE prevedere che le fondazioni di origine BANCARIA contribuiscano alla realizzazione delle infrastrutture di cui al comma 1, con il finanziamento di ALMENO il VENTI PER CENTO del costo dell'investimento"
Questo significa che soggetti privati, che magari non necessitano di finanziamenti, saranno OBBLIGATI a contrarre debiti con le banche e a foraggiare queste ultime con il pagamento degli interessi.
Questa non mi va proprio giu'.

lunedì 5 marzo 2012

Monsanto

* fonte Wikipedia.it
Monsanto Company è un'azienda multinazionale di biotecnologie agrarie, con circa 18 000 dipendenti e un fatturato di 8,5 miliardi di dollari (2007).
Produttore di mezzi tecnici per l'agricoltura, è nota nel settore della produzione di sementi transgeniche e, da marzo 2005, dopo l'acquisizione della Seminis Inc, è anche il maggior produttore mondiale di sementi convenzionali.
In parallelo all'enorme successo commerciale, la notorietà dell'azienda è anche dovuta alle costanti critiche sollevate ad essa da associazioni contrarie all'uso delle biotecnologie (per esempio Greenpeace) e alle numerose cause legali che Monsanto ha intrapreso per proteggere la propria proprietà intellettuale e tutelare i propri brevetti.
In questo contesto sono da considerare anche le diverse cause intentate contro l'azienda: per esempio una causa risalente al 2004 contro i produttori dell'Agente Arancio (di cui uno è Monsanto), erbicida, tossico per l'uomo, usato durante la Guerra del Vietnam dall'esercito statunitense, il quale provocò e provoca ancora oggi gravi danni alle popolazioni locali, creando modificazioni strutturali e malformazioni, non favorevoli alla vita, al corpo umano. In tempi più recenti, è stata criticata anche la produzione e la vendita di un ormone sintetico (Posilac) per l'allevamento, secondo i detrattori non adeguatamente testato e da loro ritenuto colpevole di danni sia al bestiame che all'uomo.


Funziona così: se non compri i semi dalla Monsanto, i tuoi vicini di coltivazione ti sterminano involontariamente il raccolto quando utilizzano il diserbante.
I semi modificati geneticamente  resistono al diserbante, mentre i semi "naturali" no, per cui le uniche varieta' che possono sopravvivere sono quelle che decidono i laboratori Monsanto, alla faccia della biodiversita'.
Inoltre, ma guarda che caso, i semi raccolti sono sterili.

*fonte agoravox.it
Questo processo viene definito GURT: genetic use restricted technology (tecnologia ad uso genetico ristretto). Infatti, le Nazioni Unite hanno emesso una moratoria sul progetto.
Nonostante la moratoria, non solo stanno lavorando alacremente alla tecnologia Terminator, ma anche si stanno preparando ad introdurre quella Zombie: due tecnologie che sono giusto una variazione del GURT.

Laddove la tecnologia Terminator produce piante con semi sterili, quella Zombie fa un passo in avantie crea piante che potrebbero richiedere una applicazione chimica per stimolare la fertilità ogni anno. O paghi per le sostenze chimiche o ti prendi il seme sterile. Questa viene chiamata "sterilità transgenica reversibile".

venerdì 2 marzo 2012

Liberate Rossella Urru

Liberatela

3 giugno 2012

Il 3 giugno 2012 ci sara' il referendum sulla caccia in Piemonte.
Il referendum non chiede se abolire o meno la caccia, ma propone di applicare norme piu' severe all'attivita' venatoria.
Viene chiesta l'abolizione della caccia alla domenica e su terreno innevato; viene inoltre richiesta la riduzione delle specie caccaibili.
Ovviamente Cota (cacciatore, amico di cacciatori, appartenente ad un partito di cacciatori? chissa'....) invece di proporre di accorpare il referendum alle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio 2012 (non sia mai detto che venga raggiunto il quorum!) propone invece di non fare il referendum e destinare i fondi ad altri scopi (che so, istituire il premio mezza cartuccia d'oro per il cacciatore che ha impallinato piu' lepri e fagiani...).
Chi caccia danneggia anche te: digli di smettere.

90 F35


Ma mi domando: sempre pensando ad un ipotetico paese sull'orlo del default, come puo' venire in mente di sperperare 18 MILIARDI di euro per acquistare 90 ( e prima erano 131) cacciabombardieri???
Ma il nostro Paese non ripudia la guerra?
Ma il nostro Paese non avrebbe bisogno di INFINITI provvedimenti di estrema importanza (scuola, sanita' lavoro, pensioni...)
Non sarebbe meglio dirottare questi soldi verso un utilizzo piu' intelligente (vedi post precedente).
Anche Gramellini la pensa in questo modo (11:45)

mercoledì 29 febbraio 2012

NO TAV

Se mi chiedessero come impiegare 22 MILIARDI di euro in un paese che sta andando a rotoli, potrei rispondere:
-messa in sicurezza delle scuole pubbliche (visto che molte cadono LETTERALMENTE in testa ai nostri figli)
-rifinanziamento della scuola pubblica (visto che carta igienica, fotocopie, POF, ecc. sono a carico delle famiglie, anche se dovrebbe garantirli loStato)
-un pannello solare sul tetto di ogni edificio pubblico (creiamo posti di lavoro, tuteliamo l'ambiente, ci svincoliamo dall'import di gas e petrolio)
-riammodernamento delle linee ferroviarie locali (quelle utilizzate dai pendolari sono in uno stato indecente, si gela d'inverno, si muore di caldo d'estate, si viaggia in piedi, i servizi sono inutilizzabili, la puntualita' e solo un miraggio)
-rifinanziamento e ottimizzazione degli ospedali pubblici (non e' ammissibile che i malati vengano curati per terra, magari per poi consigliare una clinica privata "convenzionata")
-ristrutturazione degli acquedotti (il 40% dell'acqua trasportata non arriva a destinazione)
-rifornire di benzina le auto di polizia e carabinieri: e si perche' i tutori di ordine, legalita' e sicurezza ( tanto sbandierate dalle stesse persone che dirottano i soldi da servizi indispensabili a tavanate inutili...) spesso la benzina devono pagarsela di tasca propria.
-costruiamo nuove carceri, quelle che ci sono SCOPPIANO di ladri di galline (i veri criminali stanno alle Kaiman)
-rifinanziamo la ricerca e le universita': i migliori cervelli SCAPPANO all'estero.
-sosteniamo le imprese e le famiglie: da li puo' e deve ripartire tutto.

Potrei continuare per ore, tante sono le cose INDISPENSABILI che occorrerebbe fare PRIMA di bucare una montagna.
Evidentemente gli interessi in gioco sono troppo grandi, gli intrecci troppo profondi perche' la verita' venga divulgata.
Ma problema di fondo e' che la gente e' sorda e cieca, quando non dorme del tutto.
SVEGLIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
PS: ssssssssshhhh, zitti, zitti, che non ci senta nessuno....
sapete a quanto ammonta il finanziamento europeo (che e' frutto anche delle nostre tasse, tra l'altro....) per la parte italiana della TAV???? 1,6 miliardi di euro. Indovinate chi dovra' provvedere a finanziare il rimanente costo (che prima del termine dei lavori sara' raddoppiato)? avete 10 secondi di tempo.....
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bravi!
indovinato!